Il Consiglio UE ha definito lo scorso 24 ottobre un nuovo pacchetto di obiettivi per la lotta ai cambiamenti climatici, che i Paesi Membri dovranno raggiungere entro il 2030. Il documento approvato prevede:
- la riduzione delle emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990
- la copertura del 27% dei consumi di energia mediante produzione da fonti rinnovabili
- il 27% di riduzione dei consumi finali mediante l’adozione di misure di efficienza energetica
- il completamento del mercato interno dell’energia pienamente funzionante e connesso
- il potenziamento della sicurezza energetica dell’Unione Europea
Gli obiettivi in dettaglio
Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra
L’obiettivo è di tipo vincolante, prevede la partecipazione di tutti gli Stati Membri e una riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 sia nei settori coperti dal sistema ETS sia da quelli esclusi, rispettivamente del 43% e del 30% rispetto al 2005.
Fonti energetiche rinnovabili
L’obiettivo 2030 per la copertura dei consumi con fonti energetiche rinnovabili è fissato al 27%, è di tipo vincolante e deve essere raggiunto raggiunto mediante i contributi dei singoli Stati membri che sono chiamati a definire target nazionali.
Efficienza energetica
A differenza dei precedenti, la riduzione del 27% dei consumi finali mediante misure di efficienza energetica è indicativa e non vincolante per gli Stati Membri. Il Consiglio UE si riserva di rivedere e riesaminare tale obiettivo entro il 2020, indicando agli Stati membri i settori prioritari di intervento in cui sarà possibile ottenere un incremento significativo.
Mercato interno dell’energia pienamente funzionante e connesso
Il Consiglio europeo ha definito un obiettivo minimo del 10% per le interconnessioni elettriche, in via urgente e non più tardi del 2020, almeno per gli Stati membri che non hanno ancora conseguito un livello minimo di integrazione nel mercato interno dell’energia, vale a dire Stati baltici, Portogallo e Spagna.
Sicurezza energetica
Sono state approvate azioni per ridurre la dipendenza energetica dell’UE e aumentare la sicurezza energetica per quanto concerne sia l’energia elettrica che il gas naturale: dal completamento di corridoi infrastrutturali e strategici al miglioramento delle capacità di rigassificazione e stoccaggio del gas.
Le reazioni
Secondo le associazioni ambientaliste e di categoria, il pacchetto di obiettivi approvato è molto debole. In particolare, gli obiettivi per le fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica sono ritenuti inadeguati, e non rappresentano altro che l’andamento tendenziale di mercato. Un recente studio realizzato dalla società di consulenza Ecofys mostra infatti come, anche in uno scenario business-as-usual, le fonti pulite raggiungerebbero una penetrazione di mercato pari al 27%. Inoltre, la sola adozione delle misure di efficienza energetica che comunque verrebbero attuate, insieme al trend di crescita delle rinnovabili, possono portare l’Unione Europea a ridurre le proprie emissioni climalteranti del 49% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, dimezzando inoltre la sua dipendenza dal gas di importazione.
Anche l’IPCC, gruppo di lavoro Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, fa sapere attraverso i suoi membri che l’obiettivo di taglio delle emissioni del 40% entro il 2030 non è in linea con la roadmap per il 2050, anno entro il quale, per avere buone possibilità di rimanere sotto alla soglia critica dei 2°C di riscaldamento globale, si dovrebbe invece ridurre le emissioni di una percentuale compresa tra l’80 e il 95%.
Follow up
L’approvazione del pacchetto Clima-Energia rappresenta comunque un passo importante in vista del summit COP 21, poichè consente all’Unione Europea di presentarsi ai negoziati, previsti a Parigi nel dicembre 2015, con obiettivi già definiti che possono incentivare anche Stati Uniti e Cina a impegnarsi maggiormente nella definizione di obiettivi comuni per la lotta ai cambiamenti climatici.